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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 325 —
   già| non si pensa alla zuppa| quando si ha il cuor nello zucchero. —
   Più ohe a scusarsi con mastro Gaione| il signor Doro badò a leggergli negli occhi. Quell'altro sopportò molto bene l'esame; era contento come una pasqua. Ma pur troppo la contentezza sulla faccia di mastro Gaione era la morte nell'anima di Doro Beltrami.
   — Siete di buon umore; — balbettò il giovanotto.
   — Eh s\; — rispose quell'altro. — Avevate ragione : le cose erano proprio come voi dicevate. Margherita era Flaminia| e Flaminia era Margherita. Ah| che bella burla ci han fatta a tutti quanti ! che bella burla ! Queste signore donne| veramente| hanno un punto più del diavolo; e quando ci si mettono....
   — Ma allora| povero amico....
   — E voi compiangetemi| se lo credete necessario. Non isposerò più una finta cameriera : sposerò una contessa. —
   A sentire quella stramba notizia| Doro Beltrami era rimasto di sasso.
   — Ebbene| che ci trovate di strano? — soggiunse mastro Gaione. — Si premia la virtù| a quanto pare. Su per giù| ò stato questo il discorso di quella gran diavola bionda. Voi mi volevate| non essendo io che una povera cameriera|