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tani| poiché si sentiva un sommesso pigolìo nella frappa.
Doro si rinfrancò. Ohe pazzo| a dubitare in quel modo ! E dimenticò le sue pene| figlie di un brutto sogno| per volgere il pensiero a quelle degli altri.
— Povero Gaione ! — diss'egli tra sé. — Egli ha già un diavolo per occhio| a quest'ora. —
Guardò l'orologio : erano le sette| per bacco| e da un'ora almeno lo aspettavano a desinare. Egli non aveva appetito ; ma aveva promesso a mastro Gaione di trovarsi all' osteria per 1' ora del pranzo. Si alzò dal suo duro giaciglio| diede una occhiata di gratitudine a quell'angolo tranquillo nel verde| e svelto rifece la strada verso il paese.
Mastro Gaione non era stato ad aspettarlo sul-1' usoio dell' osteria. Lo aveva cercato ; alcune donne| ritornate da lavare al tònfano| gli avevano detto che il signor Doro era passato di là| andando a diporto nel bosco ; ed egli si era mosso verso il fossato| per venirgli incontro ; ma non aveva osato oltrepassar l'acqua| temendo che Doro non ritornasse da un' altra parte| e restava là| col naso in aria| spiando tra le radure del bosco.
— Ah| finalmente| sonate campane| eccolo qua! — gridò mastro Gaione| vedendolo oomparire. — Bella maniera di stare agli appuntamenti! Ed anche di non sentire le voci dello stomaco. Ma