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tessa Flaminia. La bella signora| seduta sotto il gran pino| gli veniva dioendo : a perdonate| signor Doro| io vi ho ingannato per farvi parlare ; non sono Margherita| io ; sono la castellana: perchè vi dorreste| se mi amate tanto| di vedere in me la signora di Altariva? „ Perchè!... La ca stellana gli domandava ancora il perchè ! Ma appunto perchè essa era la signora di Altariva| egli doveva sentir dolore e vergogna di aver cosi liberamente parlato. Lei la contessa Flaminia ; egli povero.... No| no| mille volte no : al dolore avrebbe potuto adattarsi| non già al disonore di esser creduto| di essere sospettato| anohe lontanamente| un furbo ingannatore| a cui fosse parso utile di lasoiarsi ingannare| di mostrarsi troppo credulo ad una oapricoiosa trovata. E fuggiva| allora| fuggiva inorridito da quell' atroce sospetto| fuggiva lontano| molto lontano da lei. Ma ohe notte dintorno a sè ! che gran vuoto| l'esistenza| a cui più non arrideva la immagine divinai Doro ebbe paura; sentì la vertigine dell'abisso in cui si sprofondava il suo corpo| o 1' anima sua. Si destò allora| si destò in soprassalto ; aperse gli occhi smarriti| si guardò intorno e rivide la pace serena del luogo solitario. L'acqua scorreva gorgogliando lì presso ; l'azzurro del cielo sorrideva ancora al verde della piccola valle; gli uccellini soli erano spariti| ma non dovevano esser lon-