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— Poveraccio ! — disse Doro tra sè| non sapendo bene se dovesse ridere o intenerirsi di quelle smanie amorose.
Quell'altro| frattanto| si era mosso per andare al castello.
— Dove ci vediamo ? — gli chiese il Beltrami.
— Verrò io a cercarvi ; — rispose mastro Gaione| senza fermarsi. — Al Cappello verde| all'ora di pranzo. —
E seguitò la sua strada. TI giovanotto rimase un tratto a guardarlo ; poi ritornò verso il paese. Ma non voleva entrarci. Che cosa ci avrebbe fatto? L'ora del pranzo era ancora lontana. Quanto a ritornare in chiesa per lavorare| l'idea non gli si affacciò neanche alla mente. Arrivato a mala pena sul piazzale della chiesa| il giovanotto voltò a sinistra| e scese da una ripa per un sentie-ruolo serpeggiante| che metteva al rigagnolo dove andavano a lavare i loro cenci le buone massaie di Altariva sottana. Passato il tònfano| dove per l'appunto stavano aloune donne inginocchiate a strisciar col sapone i pannilini domestici| per mandare 1' acqua insudiciata alla corrente dell'Erlia| proseguì la sua via tra i castagni| andando a cercare un luogo ombroso e fresoo più in là| fuori dagli ocohi della gente.
Benedette vallicelle ignorate tra i monti| dove sono oos\ frequenti i luoghi di rifugio ; dove un