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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 317 —
   saggiando| gli spiattellò francamente ogni cosa. Non già dell'amor suo per la contessa| che mastro Gaione poteva indovinare senza bisogno delle sue confessioni ; ma del fatto che la contessa aveva mandate in fumo le speranze del conte. B le aveva mandate in fumo nel modo più naturale per sè| ma ancora nel modo più strano per gli altri. Quella donna che il conte di Salverana corteggiava| quella donna per cui egli era in Altariva| pretendente fiducioso| e già disposto a chiederne la mano| come Gaione chiedeva quella della sua cameriera| quella donna non era la contessa. Sicuro| non era lei ; si erano scambiate fra le due giovani donne le parti : bisognava rimettere i nomi a posto. Flaminia era Margherita| e Margherita era Flaminia.
   Mastro Gaione era stato con molta attenzione ed anche con molta calma a sentirlo ; ma diede un sobbalzo| il pachidermo| un poderoso sobbalzo| quando l'amico fu giunto a quella strana notizia.
   — Che diavolo mi raccontate voi mai 1 Siete pazzo ? — gridò.
   — Yi prego di credere| — rispose Doro| senza scomporsi| — che ho il cervello sanissimo. Quanto io vi ho raccontato| me lo ha detto lei.
   — Lei! olii?
   — La contessa.... cioè| siamo chiari| quella che fino a ieri abbiamo sempre creduta la contessa.