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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   luto esser più certo. Oosl avviene ai felici : temono sempre di aver sognato| e di sognar tuttavia.
   Dopo esser rimasto un tratto in quella contemplazione della figura di Ester| e più lungamente a rimuginare sui dubbi della sua mente| Doro Beltrami si scosse ; voleva vincersi| voleva rimettersi a lavorare. In quel mentre una voce si udì dal fondo della chiesa ; e forse era essa ohe lo aveva scosso dalle sue meditazioni ; una voce rumorosa| che egli riconobbe subito per quella di mastro Gaione. Proprio lui| l'unico personaggio che non avrebbe voluto incontrare| quel giorno. Infatti| come dirgli tutto ciò che era venuto a sua cognizione ? E d' altra parte| oome tacerglielo?
   Doro Beltrami s'illuse un istante| sperando che mastro Gaione non chiedesse di lui| o ohe almeno non potesse giungere fino a lui. Ma quell'altro era venuto per l'appunto a cercarlo ; e lo scaccino| interrogato| avea risposto : è là dentro. Uno scaccino ha l'ufficio di scacciare i cani dalla chiesa| ma non può scacciare egualmente gl'importuni ; e al capo dei fabbricieri| poi| non può dire una bugia come ad ogni altro mortale. Doro capi queste cose a volo; soese a precipizio dal ponte| aperse 1' uscio| comparve| e richiuse in fretta| secondo l'uso| con due giri di chiave| il sancta sanctorum dell'arte.