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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   buon conto| vado a vedere che o' è di vero in quest'altra notizia; e vivaddio.... Voi mi terrete il segreto| non è vero?
   — Signor conte| — rispose Doro con aoceuto solenne| — io non dico mai se non ciò che posso dire. Ed anche di quello ohe posso dire soao più avaro che prodigo. Se ne rammenti in ogni circostanza| come io rammenterò in ogni circostanza che ero povero| in un brutto momento della mia vita| e ohe ella mi ha offerto il modo di vivere del mio lavoro.
   — Senza gloria ; — soggiunse il conte| a meuza voce| ed abbassando le ciglia.
   — Ohe importa| se ho evitato la vergogna di domandar l'elemosina? Ah| la vita è ben triste! Ma non più su questo argomento| non più! — disse Doro Beltrami| scuotendo la testa. — Mi dica quando sarà di ritorno.
   — Non lo so.
   — E allora| come potrei metter mano.... alla Giuditta ?
   — In quattro o cinque giorni| qualunque cosa avvenga| avrò modo di avvertirvi delle mie intenzioni.
   — Sia; aspetterò. Ma se di lassù mi fa ano chiedere di lei ?
   — Direte.... che son partito| per una chiar rata improvvisa. Ragione d'affari.