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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 310 -
   l'evidenza dei fatti| oppresso com'era dalla rovina delle sue grandi speranze. Doro Beltrami aveva buon ouore| vi ho detto| e nella bontà del suo cuore andava trovando le scuse per il suo principale; ohe intanto lo lasciava ritornar solo a lavorare| come se il dipingere non fosse quindi innanzi affar suo.
   Il conte di Salverana capitò in chiesa poco dopo le tre. Salito sul ponte| senza guardare neanche l'affresco| disse a Doro Beltrami :
   — Sentite; io parto. —
   Doro si volse di soprassalto| nel suo turbamento lasciandosi cader di mano il pennello.
   — Parte? — diss'egli.
   — Sì| parto ; ohe c' è di strano ?
   — Ma.... nulla. Siccome non mi aveva ancor detto....
   — Quello ohe non vi avevo ancor detto| ve lo dico ora. Qui la mia condizione è ridicola. Mi capite? ridicola. Se un giuoco è stato architettato lassù| questo giuoco è per me| ed io non sono disposto a tollerarlo. Infine| una delle due è la contessa ; e la contessa sposa il Sormani.
   — Ebbene? — disse Doro| non vedendo che oiò potesse dar tanta noia al conte di Salverana.
   — Non lo sposerà ; — ripigliò il oonte| accompagnando la frase con un gesto risoluto. — A