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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Povero diavolo ! — pensava. — Dopo aver tanto sperato.... Perchè io lo avevo ben capito alle prime. Non si fanno| certe cose| senza un perchè ; sopra tutto non si ricorre a certe invenzioni.... Infatti| vediamo : non era certamente per sete d'oro ohe egli aveva posto gli occhi sul castello di Altariva. Quest'uomo è migliore di quel che sembra ; il fondo lo ha buono| se mai| e con me è sempre stato gentile. Infine| queste grandi famiglie non sono tanto condannabili| se cercano di restaurare coi matrimoni il loro prestigio nel mondo. Non mirano già alle ricchezze| per le ricchezze ; mirano a tener alto un veoohio nome| ricco d'illuitri memorie e di esempi onorati. Ed ecco| di punto in bianco| la contessa non è più la contessa.... per mia grande fortuna ! e l'altra| che è la contessa| sposa il cugino Sormani. Povero conte ! povero castello di carte| come gli crolla ! —
   Quanto alla incredulità del conte rispetto a ciò che era venuto in chiaro quella mattina| Doro Beltrami non ci pensava neanche. La sua bella interlocutrice aveva parlato a lui con una sincerità di accento| da non lasciargli alcun dubbio. Quelle labbra adorate non potevano mentire. E quale interesse avrebbero avuto| dopo tutto| a mentire 1 Piuttosto era da compiangere quel povero gentiluomo| se non sapeva arrendersi al-