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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 307 —
   — E non vi fa senso ? — riprese il Salverana.
   — A me ? no| signor oonte. Vedo bene che il povero Gaione ha finito di perdere la sua causa; ma già| poiché la signorina Marga è ridiventata quella che era| tanto fa che sposi il suo cugino Sormani.
   — Ah ! e voi credete.... — disse il Salverana.
   — Sciocco !
   — Signor conte....
   — Sciocco| vi ripeto ; tre volte sciocco. Vi sorbite queste favole| come se fossero uova fresche. Io no| perdio !
   — Senta| signor conte ; — rispose Doro| un po' sconcertato da quella uscita del suo principale. — Se io fossi in lei| e non credessi a ciò che mi è stato molto sinceramente raccontato....
   — La vostra sincerità non era messa in dubbio;
   — interruppe il conte| spazientito. — Sentiamo dunque; se voi foste in me| che cosa fareste?
   — Andrei dalla contessa| cioè| da quella che fino ad ora mi si era fatta passare per tale| e le parlerei schiettamente. L'ho conosciuta| le direi| per la contessa Rinieri Landolfi ; chiamato da lei| son venuto come pittore| ed anche| e sopra tutto| come un galantuomo| a cui nessuno| uomo o donna ohe sia| ha diritto di mentire il proprio nome| pigliandosi giuoco di lui. È lei Ja contessa Rinieri Landolfi? Da poche ore mi si