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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 312 —
   In mente al Salverana : che Barbara lo avesse tradito ; che il Sormani| furbo trincato| avesse comperata la oomplioità della marchesa. Infine| se il tornaconto aveva potuto tirarla da un lato| un tornaconto maggiore poteva bene tirarla dall'altro.
   Il oonte era in questi pensieri| e passeggiava concitato nella stanza dell'osteria| come non aveva potuto fare in chiesa| sul tavolato del ponte| (juando giunse Doro Beltrami. Il giovinotto aveva terminata la figura di Ester| e si ricordava finalmente di avere appetito. Ma egli vide subito sulla faooia del oonte| all' alterazione dei tratti| che qualcos' altro doveva essergli intervenuto.
   — Ohe c'è? — domandò egli| oon affettuosa uollecitudine.
   — Cò.... o'è.... — rispose il conte| — che mi ni vuole far perdere la testa. Voi mi dicevate ì ita mane ohe Flaminia è Margherita| e che Margherita è Flaminia.
   — E glielo dioo anoora.
   — Sia| voglio adattarmi a questa notizia. Ma emone un' altra| ohe mi ò stata portata fresca fresca da una lettera della marchesa Barbara. La contessa Flaminia sposa il signor Lucio Sor-mani. —
   Al Beltrami questa notizia non faceva nò caldo nò freddo. Il giovanotto si strinse nelle spalle| senza aggiunger parola.