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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 300 —
   teva star fermo sullo sgabello; per contro| passeggiando sul tavolato del ponte| avrebbe dato noia a quell'altro| che aveva bisogno di stabilità per condurre innanzi il lavoro.
   — Venite ? — diss' egli| dopo aver guardato un paio di volte l'orologio. — Andiamo a far colazione.
   — Se permette| — rispose Doro| — vorrei finire questa figura.
   — Allora| vado io; — conohiuse il conte.
   E scese dal ponte| ed usci dalla chiostra| tirandosi l'uscio dietro le spalle. Per verità| non aveva appetito ; ma non sapeva che fare. Entrato nell'osteria del Cappello Verde| salì al primo piano| dove in una camera separata era apparecchiata la tavola per lui e per il suo aiutante.
   — Signor conte| — disse l'oste| accorrendo premuroso a servirlo| — oggi le ho preparata una novità.
   — Ohe cosa?
   — L'osso buco. —
   Il oonte di Salverana fece una delle sue solite spallucciate.
   — L'osso buco!... l'osso buco.... — brontolò. — Sapete che oos' è l'osso buoo ? È un buco| intorno a cui si mette un osso.
   — E della oarne ; — soggiunse l'oste. — Oggi il signor conte ha voglia di ridere.