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qualche minuto di silenzio| — voi siete innamorato. Come mai non l'ho immaginato| quando lavoravate al ritratto?
— Signor conte.... — balbettò Doro Beltrami.
— Ebbene| negatelo ora| dopo averlo confessato poc'anzi!
— Non lo nego ; — riprese Doro ; — ma le ho detto anoora ohe avrei fatto il mio dovere. Se questa donna| — soggiunse egli| accennando la figura ohe appariva allora di sotto ai toochi del suo pennello| — se questa donna era la
i contessa Flaminia| io non avrei ardito certamente di oltrepassare i termini di una muta adorazione. Il nostro lavoro era per finire| ed anche il mio contratto con lei| signor conte; sarei fuggito| ed ella non avrebbe più inteso parlare di me.
— L'amate molto?
— Perdutamente.
— E siete felice| ora| che non avete più ragion di fuggire?
— Signor conte.... io non so quel ohe sarò domani. Ma oggi.... è il oielo ohe s' è aperto ; — disse Doro infiammato.
— A me l'inferno; — voleva dire il oonte.
Ma si trattenne| e spense la frase in un oscuro
brontolìo| accompagnato da una sdegnosa alzata di spalle. Seguì un'altra pausa nel dialogo| e fu la più lunga. Ma il oonte di Salverana non po-