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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Betulia| per altro| non si vedeva ancora dipinta| nè spolverizzata dal cartone sull'intonaco: anzi| diciamo tutto| non si vedeva altro nel quadro che l'arricciatura grossa| destinata a ricevere la orosta più fresca di calce| su cui si aveva poi da dipingere. Il quadro di rimpetto era invece già fatto per un terzo| vedendosi da un lato i satrapi di Assuero| e il re seduto sul trono| in atto di stender lo scettro d'avorio verso la bella nipote di Mardocheo: la quale| per altro| non era venuta ancora alla luce; ma già si capiva che fosse lì lì per isbocciare. Infatti| poche ore prima| sotto gli occhi del conte di Salverana| mentre questi si spazientiva aspettando il signor Doro Beltrami| un muratore esperto aveva già incrostata tanta superficie di muro quanta ne correva dallo sgabello del re fino oltre al mezzo del quadro.
   Volendo riguadagnare il tempo perduto| Doro Beltrami era corso sul ponte. E là| svolto un cartone già tutto bucherellato nei contorni del disegno| lo tendeva sul fresco intonaco| pregando il conte di andarlo ad aiutare| per tenere ben fermo lo spolvero. Il oonte aveva automaticamente obbedito ; ma gli tremavano le mani| e Doro dovette raooomandargli un po' di attenzione e di calma| se voleva che i punti d'attacco riescissero giusti.