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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   rimandarli scornati. Ma chi si era presentato| se mai? Lui| pur troppo| lui| il signor conte pittore. E qui| pensando alla figura ohe aveva fatta davanti a quel gruppo di canzonatici| si sentiva correr le vampe della vergogna alla fronte. Pure| egli non aveva parlato ancora| non aveva smascherate le sue batterie. Ma| se la marchesa aveva parte nella congiura| gli era come se avesse parlato. Povero conte di Salverana! E perchè| se volevano prendersi spasso di lui| non avevano continuato il giuoco? Anche qui la ragione era stata detta dalla signorina Margherita al Beltrami. Quel pazzo di mastro Gaione| con le sue pretese matrimoniali| era venuto a guastare ogni cosa. La oontessa non poteva restar cameriera più a lungo : bisognava disingannare quel pachidermo innamorato. E l'avviso caritatevole| naturalmente| bisognava darlo al signor Doro Beltrami| che s'era preso amichevolmente l'incarico di presentare alla finta cameriera la domanda di mastro Gaione.
   Tutto oiò era chiaro e naturale per Doro ; non cosi per il conte di Salverana| che navigava ancora in un mar di dubbi| e sopra tutto non sapeva darsi pace di una burla cosi grossa. Ma che grossa? grossolana| sarebbe bisognato chiamarla. A lui ! a lui ! e frattanto| per maggior confusione| non esser certo di nulla!