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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 286 -
   non ho mai mentito una volta in vita mia. E sappia anoora.... Oi son delle cose che per tenerle meglio custodite io non le ripeto neanche a me stesso| nell'interno della mia coscienza. —
   Il conte Cesare rimase un istante pensoso| non senza arrossire un pochino. Ma egli| raffidato per un verso| si sentiva poco sicuro per l'altro.
   — Vi siete gabellato per garzone| mentre a me non dispiaceva che vi si oredesse soolaro ed aiutante ; — diss' egli. — E la contessa d' Altariva s'innamora di un garzone!
   — Sono un garzone| — rispose Doro| — o mi piace di parer tale; la signorina Margherita mi ama| e lascio le contesse a cui piacciono.
   — Margherita ! — gridò il oonte. — La signorina Margherita ! Che significa ciò ?
   — Significa.... Ma ella| signor conte| non mi guarderà più in quel modo ; — disse il giovane con rispettosa fermezza. — Non intendo di avere davanti a me nò un inquisitore nè un giudice. Sincero con chi mi domanda garbatamente di dire ciò che so e ciò che sento| voglio essere sincerissimo con lei| che mi ha dato da lavorare e da vivere. Ma ad un patto sarò sincerissimo| ad un patto soltanto....
   — SI| si| — disse l'altro| — al patto che volete. Son calmo ; non minaccio| non comando| non faccio nessuna delle brutte cose che mi at-