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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 284 —
   e si avviò verso la discesa| seguito a breve distanza da Doro Beltrami. A quello| sì| ohe era un uomo| avrebbe chiesto spiegazioni ; e come !
   — Vi ho aspettato ; — gli disse| con accento severo| a mala pena si trovarono fuor dalla vista.
   — Ha ragione ; — balbettò l'aiutante ; — ha ragione a lagnarsi. Ma io| proprio| non ho potuto fare altrimenti. Se avessi preveduto....
   — Ohe vi aspettassi ? — ribattè l'altro| interrompendogli la frase. — Ma dovevate capirlo. Alle sette si è sul lavoro ; da quando in qua o'è mai stato un cambiamento d'orario ? Ma basti di ciò. Voi mi direte ora ohe cosa significhi questa novità di passeggiate nei parchi| con le signore a braccetto.
   — Ma io non saprei dirle.... Ho incontrato a caso....
   — Voglio saper tutto| dall'a fino alla zeta. E con me non si scherza| badate| non si soherza.
   — Nò io volevo scherzare; — rispose Doro Beltrami. — Non ischerzo mai con alcuno ; — soggiunse| vedendo la cera alterata del oonte| e non parendogli tempo da mendicare le frasi. — Ella poi non si aspetti di ottener nulla da me| con le minacce o con le male parole. —
   Era l'annunzio della ribellione. Il conte ci diventò pavonazzo dalla rabbia.
   — Voi mi avete tradito ; — proruppe.