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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 277 —
   da nulla| ohe sono certamente le più importanti della vita. La giovane donna non avrebbe finito mai di far parlare il signor Doro ; e il signor Doro dal canto suo| sarebbe rimasto là fino al giorno del giudizio. Ohe cosa sapeva egli più| del tempo e delle sue divisioni ? Ma pur troppo ogni bel giuoco dura poco| e a destarlo dal suo bel sogno| a richiamarlo dalla sua estasi| giunse la vaporiera| col suo pennacchio bianco| laggiù nel fondo della valle. Ed egli non avrebbe veduto il pennacchio ; ma sentì il fischio acuto dell'arrivo| e si scosse.
   — Ah ! — gridò egli| mettendo la mano all'orologio.
   — Ebbene| ohe cos'è?
   — Le otto ! — proseguì egli| oon aooento di terrore. — Le otto !
   — Ohe importa? Sia l'ora ohe vuol essere.
   — Ma il conte.... Da un'ora dovrei essere a lavoro ; ed egli| che ha 1' uso di trovarmi sempre sul posto....
   — Perda l'uso| per una volta| ed aspetti.
   — Ma ohe cosa dirà egli| non vedendomi ?
   — Ohe cosa volete che dica? ohe siete innamorato| forse| e ohe io vi ho trattenuto. Giulietta può bene trattenere Romeo ; — disse la giovane donna| sorridendo| ed arrossendo anche un pochino. — E poi| se la commedia ha da finire|