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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 276 -
   la settimana. — Ah ! — gridò il giovane| infervorandosi al ricordo. — Come la salutava il mio ouore| battendo forte forte| quella graziosa cuf-fiettina bianca| dai nastri azzurri che ricadevano lungo le guance !...
   — La metterò in uno stipo| come una santa reliquia; — diss'ella. — E che vestito indossavo| quando mi avete veduta per la prima volta?
   — Nero| di seta e di velluto| con gale di merletti bianchi.
   — E la seconda volta ?
   — Bianco : d'una stoffa che non conosco. Tra tanti nomi di tessuti| o'è da confondersi.
   — Non vi domando queste piccolezze. Mi basta che ricordiate i colori.... della vostra dama. E la terza volta?
   — Ancora di bianco. Andavate alla vostra passeggiata mattutina pei boschi| e sembravate una bella ninfa antioa. —
   Così ragionavano amenamente| assai vicini| tanto vicini ohe avrebbero potuto specchiarsi| l'uno negli occhi dell'altro. Non erano più seduti| infatti; erano in piedi| presso la ringhiera rustica del belvedere ; e le mani| appoggiate su quella ringhiera| si erano avvicinate a caso| si erano toccate senza volerlo| nò avevano sentito il bisogno di allontanarsi. E oon le mani accostate| seguitavano a ragionare di tutte quelle cose