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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 274 —
   sapendo almeno di non dovervi parere un ambizioso| un temerario| avido della vostra ricchezza. Ben altra ricchezza io vedo| che quella dell'oro ! Siete l'amica povera della contessa ? Vi amo. Siete la sua umile serva ? Vi amo. Più fosse modesta la vostra condizione nel mondo| e più sentirei di potervi ripetere quell'unica frase. Siete tanto bella| Margherita! Tanto bella! tanto bella!
   — Voi mi renderete gelosa di questo nome ; — diss'ella| ridendo. — Sta bene che è il mio ; ma infine| voi non lo conoscete che da pochi momenti| e prima di conoscerlo| mi credevate Flaminia. Ah sì| parliamone ; — soggiunse ella| continuando a ridere; — parliamone| del mio travestimento. Che cosa avreste fatto| signor Doro| se io fossi stata davvero la contessa Flaminia? —
   A quella domanda| che lo richiamava indietro| nel ricordo delle ore dolorose| il signor Doro si rannuvolò| e un sospiro gli usoì affannoso dal petto.
   — Avrei finito il mio lavoro in silenzio| — dis-3'egli| — e sarei andato a morir di rabbia lon tano lontano.
   — E pensavate che il conte avrebbe ottenuta la mano di Flaminia?
   — Sì.
   — Poveretto! e vi faceva pena?