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gegno. Conquistando il suo cuore| mi sentirei di conquistare il inondo. —
La sua bella interlocutrice stava ad udirlo benignamente| compiacendosi molto in quello scatto dell'anima| ed anche un pochino (perohè tacerlo ?) in quelle medesime reticenze e parafrasi| ond'era circondato dalla naturai timidezza| e dall'onesto desiderio| in lui evidenti| di non parer troppo ardito.
— Ebbene; — diss'ella| come il signor Doro ebbe finito di parlare ; — io le direi volentieri : signor Doro Beltrami| ho fede in lei| e la mia mano è qua| pronta a posarsi nella sua. Ma badi| se son povera| ho anche orgoglio| quanto e più d'una ricoa dama.
— Ne ha il diritto ; — proruppe egli sollecito. — Le sue condizioni ?
— Una sola : aver fede. E come posso io averla| se ella non mi confessa la verità ? —
Doro stette alquanto sopra di sè| bene intendendo ciò che significasse quel patto.
— La verità ! — mormorò egli poscia. — L'ho detta.
— Ma non giurata ; — replicò ella. — Può giurarmi| da onest' uomo| di aver detto il vero sopra un certo particolare? —
Doro fece un gesto che poteva parer d'impazienza| ma che gli sguardi suoi| levati dolorosa-