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— Signora.... — balbettò il giovane| turbato.
— Non dica signora; — rispose ella; — dica signorina| se ha da chiamarmi.
— E allora| per far meglio| mi dica anche il suo nome; — replicò il giovanotto.
— Volentieri. — Mi chiamo Margherita.
— Ah ! — gridò egli| sgranando gli occhi. — Marga| infatti| era il nome assunto dalla contessa.
— Come ella vede. Se non nelle condizioni rispettive | almeno nei nomi| lo scambio è stato perfetto. —
Il signor Doro trasse una rifiatata di contentezza.
— Ebbene| signorina.... Margherita| — disse egli| — ciò mi solleva.
— Ella è felice; — notò la sua interlocutrice.
— Di che?
— Indovini ; — rispose Doro.
— Che io sia.... povera?
— Sì; — replicò egli| raggiante di gioia.
— Non si rallegri tanto| la prego. Povera io.... povero lei....
— Conti pari! — esolamò Doro| conchiudendo.
— Sarebbe il oielo in terra| per me| se ella.... non ci trovasse difficoltà. Che forza mi darebbe.... la sua benevolenza ! Lavorerei con un coraggio!... Son sicuro che riuscirei perfino ad aver dell' in-