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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 269 —
   Sormani. Era dunque a parte del segreto| quel-1' altro ?
   — E come no ? se era un amico| anzi un parente della contessa ? Ne ha avuta la prova| del resto| in quella sua indiscrezione. Il signor Sor-mani ha cantato troppo presto. Se pure non lo ha fatto a buon fine| vedendo che il signor Gaione si oacciava troppo avanti| col suo pazzo disegno.
   — Poveraccio! — esclamò Doro Beltrami. — Vorrà esserne afflitto!
   — Vi dispiace?
   — Sì| per lui| mettendomi nei suoi panni. Ma è strano; — proseguì il giovane| che ancora non sapeva capacitarsi di quella novità. — È strano assai| ciò che ella mi ha confidato. Ed anche la marchesa di Ponte Rovella era a parte di questo segreto ?
   — Come il signor Lucio Sormani. Queste cose i parenti| i conoscenti antichi| dovevano certamente conoscerle. Quando non ha più potuto resistere al giuoco| la marchesa è partita. Ora| poi| bisogna metter le cose in chiaro; la commedia è durata abbastanza.
   — È stata ingegnosa| — diss'egli| — ma anche crudele. La contessa non ha dunque pensato che qualcheduno potesse soffrirne?
   — Lei| signor Doro| non è vero ?