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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 267 -
   — Se si potesse sapere come è venuta alla contessa l'idea di travestirsi cosi !...
   — Capisco ; — diss'ella ; — bisognerà bandire gli scrupoli e dirle ogni cosa. Sa lei| signor Doro ? quella povera Flaminia è ben da compiangere| afflitta da una mezza dozzina di milioni e da uno sciame di pretendenti. Si fanno tutti avanti; e ricchi e mezzi ricchi| e poveri e disperati| tutti la trovano bella. Sfido io ! bella| coi milioni. E questo| naturalmente| l'annoia. Come distinguere| buon Dio| l'amore dall'interesse| la passione dal calcolo| la sincerità dall' inganno ?
   — Intendo ; — disse Doro. — Ed ha voluto fare una prova.
   — Annoiata| voleva liberarsi da tante seccature. L'uomo che ella amerà| mi ha detto| voglio cercarlo io ; per intanto| guerra agli importuni. Ed eccole ciò ohe ha fatto| per cominciare: ha lasciata la vita cittadina| per ritirarsi in una delle sue possessioni. C era questo oastello di Altariva| comperato dal veochio Landolfi| e non ancora veduto da lei: bella occasione per venir qua| capitandoci nel più stretto incognito. È sola| padrona di sè| può fare come le piace. Vuole aver tregua dai pretendenti| e si dà lo spasso di un po'di carnevale ; molto innocente| non le pare ? Vediamo| mi diceva| se questa mia grande bellezza si manterrà in onore| quando io non sarò