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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — —
   Messer Gaione è innamorato ; vuol dar 1' anello alla contessa.... Ohe si fa celia ? Il giuoco poteva esser bello ieri; non lo è più oggi| e bisogna finirlo ; senza contare| signor Beltrami| ohe quel suo conte di Salverana si piglia con l'amica mia certe libertà di parola !... Vogliamo dire che sia conte come è pittore?
   — Bisogna perdonargli ; — rispose Doro. — Il bello piace a tutti.
   — Ah ! — gridò la signora. — Trovate anche voi che è molto bella ?
   — Molto 1 molto ! Quel molto io non l'ho detto. Ma certamente| è bella| questo non si può negare.
   — Ma non vi siete fatto lecito di dirle una parola che uscisse di riga| voi.
   — Io.... si oapisce. Io| sono io| e penso e sento.... come ella sa ; — rispose Doro| arrossendo. — Ad ogni modo| sono contento che ella sia informata di tutto.
   — SI| non dubitate| informatissima ; — riprese ella| ridendo. — Ogni sera| la contessa cameriera mi racconta oiò ohe le tocca| di ocohiate assassine del signor Gaione| e di paroline galanti del conte di Salverana. Vede| signor Doro? bisognava finirla. Ed io sono contenta al par di lei ; contenta| voglio dire| di aver parlato.
   — Cosi poco| per altro ! — mormorò il giovane.