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zioni del maestro| sotto la sua scorta| sotto la sua direzione| conformandosi ai suoi precetti| al suo stile| al suo fare. E in questo| che male c'è? Donde si può argomentare che io sia l'autentico| e il mio principale.... l'apocrifo?
—¦ Giuri; —- disse Flaminia.
— Giurare? ohe cosa?
— Ohe i suoi servigi artistici non vanno più oltre di ciò ohe ella dice.
— è un vincolo che ella m'impone ; — rispose Doro| impennandosi. — Non accetto.
— Vede? — gridò Flaminia| mostrando di avere indovinata la ragione di quell'atto ritroso. — Non puòl
— Se fosse così come ella dice.... e non è.... — rispose Doro| oercando di padroneggiarsi| — mi consiglierebbe di tradire un segreto. E non sarebbe lecito.
— Che scrupoli! — esclamò la signora| che non pareva affatto persuasa nò scossa dal ragionamento del suo interlocutore. — A buon conto| signor Doro| ella non ne ha avuti per me; non ne ha avuti in casa mia| dove c'erano delle cose da non fare| ed ella le ha fatte.
— Io? ohe cosa?
— Glielo dico| non dubiti. Io ho.... almeno| ho l'aria di avere ima cameriera| e di esserne molto contenta. Le pare una bella cosa rubarmela ?