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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 258 —
   penna| o pennello| o scalpello| o quel ohe vorrà| l'istrumento del nostro ingegno deve servire a noi| alla nostra gloria| non a quella di uno che ci paghi. Qualunque sia il prezzo| ceder l'opera propria è un disonorarla; non lo ha pensato? —
   Egli era rimasto muto| a capo chino| con gli occhi fissi e le labbra contratte. Flaminia ebbe compassione di lui.
   — Ma ella non è nel caso| mi ha detto. Sta bene ; — soggiunse| rispondendo ad un gesto di lui. — Non le dirò dunque altro su questo proposito. Cambiamo discorso : mi raoconti la sua storia.
   — La mia storia ?
   — Sì| la sua storia. Non le ho detto che possiamo essere amici? Ora| se vogliamo giungere a questo| dobbiamo conoscerci a vicenda. Io non mi vergognerei già di raccontarle la mia. Da bravo| dunque| mi racconti la sua.
   — Sarebbe troppo lunga| signora. Ed è tardi| oramai ; debbo andare al lavoro.
   È ella dunque un aiuto tanto necessario| laggiù ?
   — Come tutti gli aiuti ; — rispose Doro Beltrami| che sentì il veleno dell'argomento. — Una parete da istoriare non è una pagina di libro| a cui si possa attendere da sò| nel silenzio della propria cameretta. Troppe cose ha da fare un