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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il giovane incominciava allora a riaversi.
   — Chi può dir questo ? I muratori preparano l'arricciato| e poi se ne vanno ; non possono dunque veder nulla| far testimonianza di nulla.
   — Ed è male ; — ribattè la signora| implacabile. — Se almeno una volta i pittori li avessero lasciati stare sul posto a guardare un pochettino! Ma no| via tutti| e nessuno ha mai potuto vedere uno di lor signori all' opera. E fuor della chiesa| quando si è veduto uno dei due trattar matita o pennello| quell'uno| sa lei chi era? il signor Doro Beltrami| qui presente| che sta guardandomi con quegli occhi incantati. Animo| via| signor Beltrami| confessi ogni cosa.
   — Coloro che l'hanno informata| — rispose Doro Beltrami| — non possono essere che malevoli| indispettiti di non aver potuto venire sui ponte a dar noia. Quanto a me| sono un poveraccio che guadagno modestamente il mio pane.
   — Troppo modestamente| non le pare ? Certo| non sarebbe neanche bello guadagnarlo con la menzogna. Non vada in collera ! soggiunse Flaminia| vedendo un altro atto di persona of fesa. — Mi lasci dire. È vergogna.... sarebbe vergogna ceder l'opera del proprio ingegno a quel modo| lasciandone il merito ed il legittimo orgoglio ad un altro. Dio non ha dato il genio ad uno| perchè un altro se ne faccia superbo. Sia
   Barrili. La Castellana. 1/