e l'amicizia vuole sincerità; la sincerità richiede libertà di parola.
— Questo preambolo....
— È necessario. Sappia dunque che io vo pensando da qualche tempo una cosa.... che lei sia qui il pittore| il pittor vero| 1' autentico.... e qualcun altro l'apocrifo. —
Doro Beltrami si aspettava certamente molto| dopo quel preambolo che lo aveva messo in pensiero; ma certamente era lontano le mille miglia dallo immaginare un discorso come quello.
Si era fatto pallido| udendo le parole di Flaminia| e col gesto pareva domandar compassione.
— Ah| vede ? — soggiunse Flaminia| — Ho colto nel segno.
— S'inganna ; — balbettò egli| annaspando. — S'inganna. Mi aveva fatto senso il sospetto.
— E non è solamente un sospetto; — incalzò la signora. — Chi ha dipinto il mio ritratto? Lei.... o lui? —
Doro Beltrami era rimasto interdetto: cercava le parole e non poteva 11 per 11 ritrovarle. For-s'anche gli mancavano ancora i pensieri.
— Lasciamo stare il ritratto ; — proseguiva intanto Flaminia; — parliamo degli affreschi.... dei famosi affreschi. Non ò lei che ha fatti i cartoni ? Non è lei che dipinge sull'intonaco| a mano a mano che lo preparano i mastri muratori ? —