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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   riosità| e gli artisti per istudio| oi sono delle statue di eroi| di dèi e di dèe. Mi lasoi parlare di queste. Anch'esse sono state un bel pezzo sepolte; ma prima erano state sugli altari. Alcune hanno ancora qualche traocia d' oro ; tutte portano ancora in sò qualche cosa della loro divinità. Eppure| veda| si lasciano tutte ammirare; alcune si lasciano perfino adorare. Ammirazione e adorazione| sentimenti onesti| sono finalmente un omaggio reverente; e nessuno domanda| in premio di questi sentimenti spontanei| che esse discendano dal plinto. Stiano lassù| nella loro gloria e nella loro maestà. Concedersi alla ammirazione e alla adorazione è già molto da parte loro; poterle ammirare e adorare è anche molto| per un povero artista. Il quale| finalmente| ci ha un'altra consolazione| e profonda| che non è lecita a tutti. Guardando molto quelle sapienti composizioni di armoniche linee| quelle inflessibili ed eterne bellezze di marmo o di bronzo| egli pensa tutto ciò ohe sono oùstate di osservazione| di studio| di meditazione| d'ispirazione all' artefice antioo ; indovina nell' opera il lavoro del genio| e nel connubio stupendo dell' idea e della rappresentazione| del tipo e della forma| sente confusamente dell'altro| che non sa esprimere| ma ohe è nel suo tormento la sua gioia| come a dire il gran mistero della presenza di Dio.