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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   male| lo redo. Ma sono un disgraziato.... Ella ora sa tutto. Ma io ho sempre cercato di nascondere.... È una sciocchezza| non è vero t E l'ha per tale| almeno ? Mi permetta di sperarlo. Non sono indegno del suo perdono| mi creda. Che cosa son io| per mettermi in testa certe fantasie ambiziose ?... Ma io| veda| non pensavo a queste cose ; ero trascinato| senza saperlo| senza volerlo| come un bambino| come un insensato| come un pazzo. Infine| che le dirò ? Valga a scusarmi presso di lei| che sono| anche povero e molto modesto| un artista| e che il bello....
   — Ah| sì! sentiamo; — interruppe Flaminia. — Una teorica d'arte ? —
   Doro Beltrami aveva finalmente trovato il pensiero e col pensiero la frase opportuna al suo caso difficile. Gli dolse di vedersela mozzare in bocca a quel modo. Perciò| stette un momento in silenzio| meditando un'altra forma di discorso. Quella frase| oramai| non voleva più continuarla. Già| le cose interrotte vanno messe da parte : non fanno più buon servizio| o almeno| mostrando la saldatura| non lo fanno più bello. Il giovanotto riprese adunque in una forma diversa; e nella ripresa| che fu nobile| si sentiva un po' di amarezza.
   — Signora| — diss' egli| — nelle gallorie| nei musei d'antichità| dove i profani vanno per cu-