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figura umana si avanzava| ed era una figura di donna. Oramai| per fuggire era tardi: del resto| non lo avrebbe potuto| senza far peggio. La donna ohe si avanzava così verso di lui| era la oontessa Flaminia.
— Signor Beltrami; — diss'ella| arrestandosi| con aria di stupore ; — voi qui ?
— Signora.... -— balbettò egli confuso; — signora oontessa....
— Non tremate cosi ; — riprese ella pacatamente| quasi scherzando; — si direbbe che avete paura| colto in flagrante di ammirazioni.... architettoniche. Ma badate| — soggiunse ella| avvicinandosi| e guardando a sua volta tra i rami| — quelle finestre.... sono le mie.
— Lo so; — rispose egli| che non sapeva fingere| e che ad ogni modo non avrebbe voluto.
— Ah! — esclamò Flaminia. — B allora?
— Cioè.... signora contessa| mi voglia perdonare ; .....diss' egli| più confuso che mai. — Intendevo dire.... Forse era meglio.... Oh| — proruppe finalmente| stanco di cercare e di non trovare un'uscita| — tutto ciò è molto ridicolo.
— Perchè?... perchè?... Venga qua| signor Beltrami| e discorriamo tranquillamente| se sarà possibile. Voglio da Lei una confessione sincera. Non ho marito| nè padre| nè fratello ; la mia dignità di castellana devo custodirla e tute-