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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 246 —
   altro ohe cappellino e ombrello da sole| tanto le si addicevano quei due simboli della signoria femminile.
   — Non vi maravigliate| signor Gaione; —gli aveva detto ad un certo punto delle sue ammirazioni la castellana di Altariva. — Margherita non è più la mia cameriera.
   — Ah! — esclamò il pachidermo. — Veramente| io non l'ho mai avuta per tale.
   —¦ Voi avete buon naso ; — rispose Flaminia ridendo. — Margherita è una buona amica mia| che per ecoesso di bontà e d'amicizia ha voluto parere.... quel che non è. Capirete che questo non poteva durare| e che io dovevo portarci rimedio. L'uomo che amerà Margherita dovrà sapere che non isposerà la mia cameriera| ma la mia damigella di compagnia.
   — Ah! — ripetè il pachidermo| spalancando le forti mascelle e mettendo in mostra trentadue forti e sane punte d'avorio. — Beato chi la sposerà !
   — Dite bene; beato ohi la sposerà. Margherita ha pure| oltre la sua bellezza| qualche po' di terra al sole; e di rendita italiana all'ombra; — soggiunse facetamente la contessa Flaminia.
   Rideva| la castellana| rideva della sua bella trovata. Ma non rideva sempre| pur troppo: di tanto in tanto aveva degli scatti| dei sussulti|