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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   invariabile| come ogni corpo nelle sue tre dimensioni. Cosi bella ed appariscente| la signorina Marga non era troppo da meno della contessa Flaminia. Ohi le avesse vedute| l'una al fianco dell'altra| senza conoscerle prima| poteva credere che fossero due sorelle ; 1' una di capei bruno| l'altra di capei biondo| come spesso interviene. Fu anzi questo il primo pensiero del conte| nel vederle apparir sulla piazza.
   — Se non si sapesse che quella è una cameriera| si direbbe è la sorella senz'altro. E chi sa ?... Vogliamo dire ohe il vecohio Landolfi non abbia fatte le sue?... —
   Lasciato| anzi rimandato alle sue faccende il conte di Salverana| le due giovani donne non durarono molta fatica a ritrovare il signor Gaione degnissimo. Oramai| quando si vedeva comparire la castellana di Altariva in paese| era l'uso di correr tutti ad avvisare il oapo della fabbriceria; e il paohidermo accorreva sbuffando. Accorse anche quella volta| tutto giubilante| mentre le donne di Altariva sottana| affacciate alle finestre o sugli usci di strada| ammiravano la novità della cameriera col cappellino e col-l'ombrello da sole| non potendone indovinar la cagione. Non poteva indovinarla neanche il pa-chidermo| a cui per altro sembrò che quella birichina di Marga non avesse dovuto mai portar