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vatiohezze rispettose non avrebbero dovuto dispiacerle| dopo tutto. Ma c'era dell'altro| che non andava bene ugualmente. Senza volerlo| per un concorso fatale di cose| nello spazio di due giorni| la castellana d'Altariva era stata condotta a sospettare di tutti. Sospettava del conte| che non fosse un pittore| ma un cacciatoi' di fortuna; sospettava della sua nobile cugina| che non fosse leale nel lodarlo e lavorasse per un secondo fine ; sospettava di Doro Beltrami| che fosse un volgare personaggio anche lui| tenendo mano alla bugia del pittore. Questa era la condizione di Flaminia | fra tante insidie| fra tanti lacoi che le erano tesi dintorno| se Luoio Sormani si era apposto al vero. Anche quell'altro| ohe aveva avuto certe idee!... Non poteva covarle ancora? essere un pretendente anohe lui ? A sentirlo| era leale ; non negava di esser molto sensibile ai vezzi della parente lontana| ma prometteva di non volerci pensare. E questa non poteva anche essere un'arte sopraffina ? Son cosi astuti gli uomini ! Ed anche diversi nel modo di procedere. Doro Beltrami| per esempio| era tutto l'opposto di Luoio Sor-mani. Era innamorato| stava a piuolo e fuggiva: obbligato ad entrare nel sancta aanctorum| non c'era caso che guardasse mai in viso la signora. Quando ella aveva gli occhi rivolti su lui| ci s'in tende ; quando poi li girava da un' altra parte|