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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   trattenerlo e farlo fruttare. Quel grande lavoratore non si faoeva veder mai a lavorare ; neanche per diporto| come sogliono tutti i pittori| prendeva mai la matita in mano. E poi| la marchesa Barbara lo esaltava troppo; da mattina a sera non faceva ohe cantar le lodi del conte pittore| trovando ohe egli diceva e faceva bene ogni cosa. A proposito di pensieri| nella mente di Flaminia ne passō uno| involontario| certamente| ma ad ogni modo niente lusinghiero per donna Barbara; il pensiero che la marchesa di Ponte Rovella| non ignara di galanterie| avesse in passato gradita la corte di quel conte| restandone poi la protettrice benevola presso la sua bella parente. Son oose che accadono; e del resto era stata lei| la marchesa Barbara| che aveva proposto quel conte| quando a' era trattato di trovare un pittore por la chiesa parroochiale d'Altariva.
   A questi dubbi s'aggiungeva il sospetto destatole in cuore da Marga| con la sua scoperta nella torre della Guardia| e con gli altri accenni alle passeggiate mattutine del pittorino aiutante. Anohe quello era un mistero che aveva dato assai presto nell' occhio alla contessa Flaminia. Strano| per altro| che il pittorino| oosė saldo in sentinella nel parco| fuggisse poi sempre come un ramarro| quando vedeva la castellana per via! Queste sai-