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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   poi lo aveva meglio osservato| trovandolo di una bellezza un po' stanca. Per quante vicissitudini non doveva egli esser passato ! per quante avventure! Ma questo| alla fin fine| era fatto per renderla curiosa. La donna| ordinariamente| s'interessa a ooloro che hanno molto amato| o ohe sono in fama di essere stati molto amati. C'è sempre tanta ombra di mistero| su quelle facce da eroi di Lord Byron| ohe portano il segno di tante tempeste! Alla oontessa Flaminia piaceva anche quel lavorare di un uomo| al quale i suoi natali non avevano data sicuramente nessuna propensione al lavoro. Per intanto| quel buon proposito gli faceva onore| assai più che se avesse ottenuto un impiego nella amministrazione dello Stato. Ed era povero| senza dolersene ; povero| senza vergognarsene. Flaminia rammentava ancora come sul principio della loro conoscenza ella avesse pensato di porgere una mano a quella povertà| così nobilmente sopportata. Intendiamoci| per altro ; ella non aveva meditato quel disegno ; non ci aveva fatto nessuna variazione romantica; il pensiero le era venuto a caso| come ne vengono tanti ; ed era anohe passato| come tanti ne passano| salvo a ritornare più tardi. Ma quello non era ritornato ; 1' uomo ohe l'aveva fatto nascere con la sua presenza| e con l'esempio della sua nobile guerra contro fortuna| non aveva saputo