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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 228 —
   L'amor tragico non lo intendo. Del resto| nella frittata del matrimonio| l'amore non è un ingrediente necessario.
   — Matto ! E cosi| ve ne andate a Genova per aggiustare i fatti vostri....
   — Se ne verrò a capo| e fin dove mi riescirà.
   — Mi viene un' idea ; — disse la marchesa. — Ohi sa? Potrebbe esser buona.
   — Come tutte le idee che vengono d'improvviso; — soggiunse egli. — Sentiamo la vostra.
   — Dovreste venire a Torino. —
   Lucio Sormani rizzò la testa e guardò la sua oompagna nel bianco degli occhi.
   — Per accompagnarvi ? — diss' egli. — Ben volentieri. Ci pensavo| anzi| ma non avevo il coraggio di offrirmi| correndo il rischio di parervi importuno.
   — Vedete ohe modestia ! — esclamò la signora.
   — Ma sono io che vi propongo di accompagnarmi... e di restare qualche giorno a Torino. Ohi sa?
   — soggiunse. — Mi dicevate ohe se aveste tempo| vi riuscirebbe di salvare una parte del vostro patrimonio.
   — Sicuramente ; ma oi vorrebbe| oltre il tempo| una scorta.
   — Ebbene| se a Torino si potesse trovare la soorta ?... — Ci sono dei capitali anche a Torino.
   — E come ! Ma ci sono così poco conosciuto !