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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 226 —
   dite in oommercio ? nel fallimento dì qualche banca?
   — No| donna Barbara| no| piuttosto nel volerne far saltare qualcheduna. Qiuocate oggi| giuocate domani.... sempre sperando di rifarvi.... e ci lasciate le penne maestre. Io son rimasto pelato oome un pollo. Perciò mi metto allo spiedo del matrimonio.
   — Oh! — diss'ella| toroendo il viso. — Che immagini son queste ! Povera Flaminia !
   — Perchè la compiangete? È quello| dopo tutto| il suo fato. Se non fossi io| sarebbe un altro.
   — Non so che ce ne fossero ; — notò la marchesa.
   — Ce ne sono stati. Il Rinieri| per esempio| non era un milionario. Era un degno gentiluomo| ne convengo| ma non ricco. E di gentiluomini senza quattrini ce ne sarebbero sempre| che un giorno o l'altro si presenterebbero sulla linea. — Del resto| — soggiunse Luoio Sormani| con l'aria più tranquilla del mondo| — io ho confessato sinceramente il mio stato alla contessa Flaminia.
   — Avete avuto questo ooraggio? Veramente?
   — Sì| e credo che sia stato effetto della mia sincerità| se ella ha accettata l'offerta della mia mano. —