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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Lasciamolo partire; — interruppe Luoio.
   - Sarei un bel cavaliere| se vi lasciassi. Venite| e andiamo a pranzo. Ragioneremo.
   — Infatti| avete ancora da dirmi....
   — Ah| vi preme dunque molto di saperlo?
   — Ma si| certamente| mi preme. Mi par così strano| di vedervi sulla via del matrimonio ! —
   Entravano frattanto nella gran sala del caffè| dove il facchino era andato a deporre le loro valigie e sacche da viaggio sul banoo di marmo. Lucio Sormani ordinò un pranzettino in Apolline. Avevano tempo| e bisognava spenderlo bene. La marchesa Barbara andò a sedersi alla tavola che Lucio le indicava| come la più adatta per due persone| in un angolo della sala. Finalmente ella avrebbe sentita la gran confessione del signor Sormani. Curioso uomo ! Ella non poteva gradir molto quel compagno di viaggio| per cui si era allontanata ex abrupto dal castello di Altariva. Il signor Sormani le aveva dato noia| le aveva mandati a male tutti i suoi calcoli. Ma infine| era un buon ragazzo. Aveva cantato già molto; si disponeva a cantare dell'altro. Ella poteva dunque mostrarsi gentile con lui. Dopo tutto| era un bel giovane| il che non guasta mai ; la trovava bella| il che faoeva perdonare molte cose. Piacere ad un uomo| e sentirselo dire| anche in forma spicciativa| non dispiace alle donne. L'in-