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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   cato ? E ce n' avremo per un pezzo| da tenerlo per la vita. — ศ un caro diavoletto. — Appena pu๒| vada al Museo| e mi saluti la Vittoria. — Lieta del fato| Brescia raccolsemi| Brescia la forte| Brescia la ferrea.... — Si ritiri| la prego| il convoglio si mette in moto. — Ciao| Federico| modello dei pretori! — Signora Faustina| i nostri omaggi. — Riccardo| Oarletto| addio cari ! — Addio | addio| ti scriver๒. — Anch' io| anch' io ! — Taci tu| che fai appena le aste. — Bambini| ora non mi fate disperare ; mettetevi a sedere; non sentite che si va? — Mamma| vedi Acqui| vedi Acqui ohe passa! —
   La marohesa Barbara| fin dal principio di quella conversazione| si era ritirata dall' altra parte| per far posto agli invasori. Aveva squadrata la nuova venuta con lo sguardo indagatore che ่ proprio delle donne in simili casi ; e mentre g์' invasori sullodati stavano a ricambiare i saluti| i complimenti e le strette di mano con gli amioi del marciapiede| aveva bisbigliato al suo compagno di viaggio:
   — Ora poi non vi mettete a fare il pavone.
   — Io| e perch่?
   — La signora Sbrocchi ่ belloccia.
   — Vi pare? — aveva risposto il Sormani.
   E con una guardata tra tenera e faceta all'indirizzo della marohesa| aveva anche conchiuso