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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 216 —
   amato render giustizia alla bellezza| alla grazia| allo spirito| dovunque io trovassi questi fiori ma-ravigliosù Una nobile figura| non senza un lampo di malizia negli occhi ; — soggiunse egli| avendo l'aria di prender gli esempi davanti a sè| a mano a mano ohe faceva la sua enumerazione ; — duo graziose pozzette nelle gote| dove par ohe si appiatti l'arguzia; un collo di cigno| una mano regale | un bracoio tornito a quel dio| mi hanno sempre trovato giudice imparziale| testimone sincero| confessore animoso| e martire risoluto. —
   Donna Barbara ritrasse una mano regale che aveva lasciata troppo in vista| e turbò la linea del braccio tondeggiante| facendo l'atto d'aggiustare una sciarpa intorno al suo collo di cigno. Ma non potè dissimulare egualmente le pozzette delle gote ; anzi| le fece più profonde| ridendo ; e dagli occhi lampeggiò una malizia più viva| mentre le sue labbra lasciavano cadere una frase che voleva parere una doccia d'acqua fredda su quella repentina fiammata.
   — Se lo sapesse Flaminia| povero a voi !
   — Spero bene| — disse Lucio| — che non glielo scriverete.
   — Meritereste che lo facessi ; — replicò la marchesa.
   — Vedete il gran male che ho fatto; — ripigliò il giovanotto. — Ho dette le mie ammirazioni.