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La carrozza entrava in Altariva sottana| mentre il conte Cesare| accompagnato dal suo fido aiutante| attraversava la piazza della chiesa parrocchiale| per andare all'osteria del Cappello verde. Il pittore precedeva di buon passo| sempre elegante nella sua giacca di velluto e col fiocco della cravatta rossa svolazzante alla brezza. Più modesto| il signor Doro Beltrami| indossava la sua giacca di tela. Ambedue si voltarono| al sopraggiungere della carrozza e si tirarono da un lato.
— Buona passeggiata! —disse il conte di Salverana| mettendo la mano al cappello.
— Passeggiata ? dite partenza ; — rispose la marchesa| salutandolo colla mano.
Ma il cocchiere| immaginando che ci fossero parole da scambiare| aveva fermati i cavalli.
— Che ? come ? — esclamò il pittore. — E per dove| se è lecito domandarlo ?
— Per Torino. Affari domestici.... ed anche un pochino legali. Sapete pure che ho una divisione in corso| con gli eredi di mio fratello.
— Ah sì; e proprio ora?...
— Proprio ora son chiamata laggiù| per quei quattro sassi da spartire. Ma come si fa? Vengono sempre di contrattempo| le seccature. A rivederci| Salverana.
— Quando?
— Non posso dirvelo. Ne avrete notizie dalla