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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 207 -
   por levarsi da tavola| avendo finito di far colazione| diceva alla contessa Flaminia:
   — Mi accompagni alla stazione| non è vero?
   — Certamente; — rispose Flaminia.
   - Ah| bene ! — conchiuse quell' altra. — Ci godremo fino all'ultimo momento. —
   Venne la carrozza : un po' prima del bisogno| veramente; ma quando s'ha da combinare un treno di strada ferrata| è sempre bene mettersi al sicuro. I treni ritardano| di solito; ma guai a fidarcisi ! quando fate conto sulla regola| vi fanno la burletta dell'eccezione. La marchesa saltò lestamente in carrozza| non volendo che i cavalli| aspettando lei| stessero a far la ciambella sulla ghiaia del piazzale.
   E se ne andò| salutando a mala pena con un cenno delle olimpie sopracciglia la cameriera e i servitori che erano venuti ad augurarle il buon viaggio ; se ne andò| la stizzosa signora| senza volgere un' occhiata e un pensiero di rimpianto al castello ospitale. Aggiungiamo| per debito di giustizia| che non si degnò neanche di alzar gli occhi| quando la carrozza passò davanti alla torre della Guardia.
   Ma ella| ad ogni modo| anche senza cercarlo| doveva vedere il pittore: colpa doll'ora in oui si andava alla stazione| che era per lui quella di scendere dal ponte per andare a far colazione.