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— Dunque| vuol proprio lasciarci ? — aveva domandato la bella cameriera| fingendo di non saper nulla| intorno alle ragioni di. quella improvvisa partenza.
— Necessità| mia cara ; — rispondeva la marchesa. — Gli affari chiamano| e la posta si affretta a darne l'avviso.
— La posta è una brutta invenzione; — disse Marga. — Ma la signora marchesa ritornerà quanto prima| non è vero? La signora contessa non saprà darsi pace di questa lontananza.
— Che oi volete fare ? Non so quando potrò ritornare.... Bisognerà vedere laggiù a Torino.... Speriamo intanto; sperare non nuoce.... —
Quando scese in salotto| la marchesa di Ponte Rovella aveva 1' aspetto tranquillo e sereno di tutti i giorni. Non c'era l'ilarità; ma comparve almeno un sorriso| per salutare il signor Luoio| che aveva deposto un giornale| per muovere incontro alla signora e darle il buon giorno.
— Che cosa ho sentito| donna Barbara ! — esclamò il giovanotto. — Si parte insieme?
— Ma per diverse parti; - rispose la marchesa. — Voi per Milano| io per Torino.
— Vero; — replicò il Sormani; — ma per un tratto faremo la medesima strada. Tutt'e due dobbiamo toccare Alessandria| non ci pensate ? E