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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   credono d' essere 1' ottava maraviglia| perchè oi hanno i quattrini a palate! E ne ricordava| la marchesa| ne passava in rassegna| di queste milionarie volgari| che facevano scontare alle razze privilegiate l'errore di averne accettati i milioni. Società moderna| figlia della rivoluzione ; società imbastardita; non c'era più modo di ravviarla. Ohe orrore! E lei se ne andava| non avrebbe più rimesso piede in quella casa| in quel castello profanato dei poveri Alagna. Era una Ponte Rovella| lei. Si può esser buoni| tre volte buoni con la plebe che sale| che sale; ma vien poi il momento che i Ponte Rovella senton la nausea e il desiderio di oavarne i piedi.
   Tutto bene| adunque ; sarebbe andata via. Ma le apparenze?... La nobile signora non voleva aver l'aria di patirci più del bisogno. Una buona ragione per adontarsi l'aveva : i suoi consigli non accolti con quella deferenza che meritavano| per la loro saviezza| per la loro lealtà| per il loro disinteresse. A quella ragione bisognava attenersi| non uscire da quella. Accortamente gonfiata| poteva bastare.
   Porte di questi propositi| donna Barbara scese la mattina seguente nel salotto| pochi minuti prima dell'ora di colazione. L'indugio era giustificato ampiamente dalla neoessità di fare i bauli. Marga e Filippo| naturalmente| avevano aiutata l'impresa.