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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Ed obbliga| se inai| a lasciar liberi i non nobili di fare quel che credono più conveniente alla loro felicità; — rispose ella seccata.
   Qui donna Barbara perdette senz'altro le staffe.
   — Questa è per me ; — notò ella| con accento d'amarezza.
   — Oh senti| — disse Flaminia| — se ora la vuoi per te| fa come ti pare ; io non ho da dirti altro.
   — Sta bene ! sta bene ! — replicò la marchesa con voce stridente dalla collera. — Ti lascerò.... ti lascerò in libertà.
   — Me ne dorrà; — riprese Flaminia. — Tu interpetri le mie parole assai male.
   — Come devo| mia cara| come devo ; — ribattè la inviperita marchesa. — Non c' è altra interpetrazione possibile. Vuoi fare a modo tuo| e sia. Ma io| per tua norma| non parteciperò in nessun modo allo sbaglio che vuoi commettere| non lo giustificherò con la mia presenza. Partirò| se non ti dispiace| partirò domani. Domani stesso| me ne voglio andare di qua.
   — Dio! — esclamò Flaminia| levando gli oo-ohi e le mani al cielo| come se volesse fargli l'offerta di tutte quelle tribolazioni.
   — Sì| sì| fammi ora i gesti da tragedia ; — gridò la marchesa. — Ai parenti non vuoi dar retta. È giusto che i parenti si ritirino. E per