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Il gran ritratto di Flaminia| il capolavoro del conte di Salverana| era là| appoggiato al suo cavalletto. Venne l'idea di collocarlo in alto e d'illuminarlo convenientemente. Filippo e la signorina Marga capitarono coi doppieri| e l'immagine della contessa si trovò come sopra un altare| esposta all'adorazione dei fedeli.
— È bello| è bello! — disse Flaminia| dopo aver contemplato il quadro alla luce delle candele| come l'aveva disposta il buon giudizio di Doro Beltrami.
— È maraviglioso ! — gridò la marchesa. — È stupendo. Non mi ricordo di aver veduto mai un ritratto compagno. La somiglianza poi è qualche cosa di strano.
— No| no| vi prego ; — mormorò il conte di Salverana| che aveva l'obbligo di mostrarsi modesto. — Piuttosto| ora che siamo davanti all'originale| rendiamo giustizia all'originale. In questo caso| — soggiunse| con galanteria che parve squisita alla marchesa| — tutti i vostri epiteti si troveranno a posto. Quanto al ritratto| il povero artista non ha che un merito ; diciamo anzi che ha solamente una scusa : di aver dovuto lavorare senza l'originale davanti agli occhi| aiutandosi con una fotografia per le prime linee del disegno| e in tutto il rimanente coi proprii rioordi.
— Ma sapete che per far tutto questo| e per