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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I discorsi dei commensali| dopo essersi raggirati alquanto sull'arte| volsero alle bellezze della natura| e ai lor caratteri differenti da paese a paese. L'argomento in parte era artistico ancora| ma si accostava un po' meglio alle cognizioni del signor Lucio Sormani| gran viaggiatore nel cospetto di Dio. Anche il signor Doro Beltrami potè dire qualche cosa di più che non avesse fatto in principio di tavola. Forse egli non parlava vo~ lontieri d'arte| per rispetto al suo maestro lì presente| ohe in tante cose poteva avere una diversa opinione. Flaminia notò che il giovane pittore sentiva profondamente la bellezza delle montagne circostanti e possedeva un'idea molto ohiara dei caratteri pittoreschi della campagna settentrionale europea in confronto con quelli delle regioni meridionali. Qui veramente il signor Doro Beltrami| così timido e così paroo di parole| riuscì a far quasi un discorso| foggiando un suo paragone tra i grandi paesaggi della zona tropicale e quelli della zona temperata: i primi smaglianti di colore| e chiassosi| i secondi più quieti e di tinte più tenui ; gli uni fatti per sbalordire| gli altri per indurre alla meditazione. Certo| ed egli lo concedeva volentieri al signor Lucio Sormani| era più adatto a dar nell' occhio del viaggiatore un tratto di paese dove il sole splendesse più vivo| dove i vapori più o meno densi seoondo le ore