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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   uomo| ed anche la posizione| comica o drammatica| certamente singolare| in cui gli pareva che fosse la sua bella parente lontana e con lei tatti i personaggi così ravvicinati dalle circostanze nel castello di Altariva. B sapeva essere ameno| anche quando schiattava dalla rabbia. Una bell'arte come vedete| e non da tutti ; ma anoh'egli era artista| lassù| artista a suo modo| e la sua chiacchiera inesauribile faceva ridere perfino la marchesa Barbara| con tutta la poca voglia che pure ne aveva| vedendosi sempre davanti il signor Doro Beltrami. Il quale| di tanto in tanto| stimolato da accorte domande ed amabili inviti dalla padrona di casa| rispondeva in tuono (vedete miracolo !) e con perfetta misura. Neanche questo poteva mandar giù la marchesa Barbara| ohe ascoltava e friggeva. Povera signora| friggiamo con lei| ma non senza notare che il signor Doro Beltrami faceva il debito suo| da persona civile| ed anche con poco sforzo| quantunque seguitasse a tremare per la sua solita timidezza. Parlava poco| infine| e non era un gran male. Parlar poco è anzi una bell'arte| o riesce a parerla. Se un uomo timido non è tale per ignoranza e rozzezza| trova ben presto di che rinfrancarsi| e la parsimonia delle parole| non che nuocergli nell'animo della gente| gli giova. Non sarà una beli' arte| la sua ; resta una bella virtù.